martedì 14 ottobre 2008

Intervento all’incontro pubblico organizzato dall’Amministrazione Provinciale a Soresina presso il Teatro Sociale il 13 ottobre 2008

Abbiamo avanzato una serie di istanze e richieste ben precise agli amministratori locali ad alcune delle quali é stata data risposta positiva, su altre siamo in attesa.
Il presidente dell'Amministrazione Provinciale Giuseppe Torchio, fra l'altro, ha recepito la nostra richiesta di avere accesso diretto agli atti e partecipare alle riunioni in cui si decide il futuro dei cittadini e del territorio con un rappresentante di ‘Cittadini contro l’amianto’.
E' solo l'inizio e non ci fermeremo!

Intervento
Ad oggi, purtroppo si sta avverando quanto avevamo previsto già da mesi. Con il grave e provocatorio provvedimento adottato dalla Commissione Ambiente della Regione Lombardia, su proposta dell’assessore Buscemi di Forza Italia, si sceglie sfrontatamente di far prevalere gli interessi di pochi rispetto a quelli dei cittadini e si sceglie di violare le regole a gioco ormai avviato.
Cercano di attaccarsi a qualsiasi cosa per raggiungere l’obiettivo che è quello di aprire comunque la discarica, a prescindere dai pareri contrari e dalle condizioni ambientali sfavorevoli e pericolose per una tale installazione. Anziché la salute si privilegiano la rendita ed il profitto di pochi.
Con questa opzione di modificare le regole, la Regione Lombardia entra in netta contraddizione con un piano rifiuti già approvato dalla provincia di Cremona e sostenuto da una ventina di comuni. E’ pericoloso, oltre che inaudito, togliere qualsiasi vincolo di distanze fra discariche. Questo significa dare mano libera a qualsiasi aggressione del territorio e a possibili conseguenze devastanti per la stessa popolazione.
Dovranno spiegarci in ogni sede e ad ogni livello quali sono le motivazioni tecniche per non adottare criteri di salvaguardia come le distanze fra discariche. Chi sono i soggetti che hanno effettuato i sopralluoghi per giungere a queste conclusioni? Ne avevano i titoli? Noi abbiamo motivo di dubitarne.
E anche su questo aspetteremo una risposta

Ma la salvaguardia di distanza minima fra discariche non è il solo ostacolo all’approvazione della VIA. La Regione quindi vorrà ignorare anche le sue stesse leggi e quelle comunitarie?
Infatti la nuova discarica di Cappella Cantone sarebbe, ed è, addirittura improponibile se si osservassero le linee guida che la stessa Regione Lombardia ha emanato, con la delibera di giunta n. 8/6581 dello scorso 13 febbraio 2008, per l’individuazione da parte delle Province delle aree per il recupero e smaltimento dei rifiuti (per chi vuole documentarsi la delibera è pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia del 15 febbraio 2008, 4° supplemento straordinario). Secondo questa normativa non ci sarebbero le condizioni per garantire la tutela delle risorse idriche, un buon impatto ambientale nel medio-lungo periodo, e nemmeno la re-distribuzione della pressione ambientale all’interno del territorio lombardo, in quanto la nuova discarica di Cappella Cantone potrebbe accogliere da un terzo fino a oltre la metà dei previsti 800mila metri cubi di rifiuti di amianto da smaltire provenienti da tutta la Lombardia, sarebbe la più grande della Lombardia e tra le più grandi di Europa.

Nelle linee guida della Regione Lombardia per la gestione del rischio amianto del maggio 1998 si legge: “Il problema dello smaltimento dei rifiuti contenenti amianto (RCA) deve essere gestito nell’ottica di una minimizzazione del possibile rilascio e dispersione di fibre nell’atmosfera e del contenimento dei possibili inquinamenti delle falde acquifere”. E la Regione quindi, entrando in contraddizione con se stessa, vorrebbe indicare come sito idoneo per una discarica di amianto un luogo dove ci sono falde affioranti?

E ancora, se ciò non bastasse, posso citare l’art. 5 della direttiva CEE 91/156 la quale prevede che lo smaltimento dei rifiuti debba essere effettuato secondo il principio di prossimità negli impianti appropriati più vicini.
Per evitare la dispersione per via aerea delle fibre di amianto, che è pericolosissima, l’amianto va smaltito il più possibile vicino al luogo dove è prodotto. Invece a Cappella Cantone cosa si vuole fare? Attivare un notevole afflusso di camion provenienti da tutte le parti della Lombardia su un'arteria a scorrimento veloce e molto trafficata (SS415 Paullese) aumentando i rischi di incidenti. E ricordiamo anche di considerare che in vicinanza della discarica in progetto, e sempre sulla Paullese, aumenterà il traffico di camion perché è in costruzione una centrale a biomasse, nel comune di Castelleone (comune confinante). Inoltre il tragitto dalla Paullese alla discarica è molto lungo e i fattori di rischio aumentano ancora di più.

Rammentiamo anche che l’Istituto Superiore della Sanità calcola che gli effetti di una discarica siano riscontrabili dalla sua ubicazione fino ad una distanza che va da un minimo di 3 chilometri di raggio ad un massimo di 7 chilometri.
La discarica di Cappella Cantone è quindi un sito non sicuro perché troppo vicino alle abitazioni. Corte Madama (frazione di Castelleone), Oscasale (frazione di Cappella Cantone) e San Bassano sono al massimo fra 1 o 2 chilometri di distanza e Formigara, Soresina, Castelleone, Casalmorano sono entro il raggio di 7 chilometri.
Posso citare decine e decine di altri provvedimenti. Per ulteriori approfondimenti vi rimando alla lettura dei nostri opuscoli.

Ci si è chiesti come mai la ditta Cavenord dei Fratelli Testa, che ha avanzato richiesta per la realizzazione della discarica, si è dimostrata così accanita negli ultimi anni per riuscire a realizzare questo progetto? Aveva già cercato nel 2005 di acquisire il terreno in località Retorto per realizzare la discarica, ma aveva ricevuto il diniego del proprietario, la Fondazione Robbiani. E' tornata poi all'attacco comprando nel 2007 il terreno adiacente da un privato, e poi ha avanzato la domanda in Regione. Ci chiediamo il perché di tanta ostinazione. E’ così lontano dal vero pensare che questa ditta aveva molte certezze nella possibilità di aprire comunque la discarica?

E ci chiediamo ancora: perché gli enti preposti al controllo e tutela del territorio non pianificano e programmano le località idonee per realizzare le discariche e poi valutano le domande, invece di lasciare ai privati la prerogativa di proporre siti a loro certo convenienti economicamente, ma non altrettanto sicuri per la salute dei cittadini?
Perché gli interessi privati devono prevalere su quelli pubblici?

Su questi ed altri argomenti ci piacerebbe avere delle risposte precise.

In tutta questa vicenda che ruolo devono giocare i cittadini?
Non ci basta il ruolo di “sostenitori” subalterni. I cittadini sono e devono essere gli attori principali di questa faccenda In realtà i cittadini sono scarsamente informati e stimolati alla partecipazione attiva. E’ una sorta di circolo vizioso che noi respingiamo in partenza.
L’esclusione sistematica dei cittadini dalle decisioni principali fa sorgere forti perplessità e preoccupazione su come è stata gestita finora la questione e su dove si voglia andare a parare.
Autorizzare una discarica di amianto comporta responsabilità altissime perché è in gioco la vita o la morte delle persone, oltre alla qualità della vita delle stesse. Occorre, in questo caso, “disturbare il manovratore”. Quindi, chi meglio dei cittadini stessi in prima persona possono tutelare la propria salute, controllando che altri interessi non prevalgano?
La partecipazione dei cittadini assume un ruolo rilevante nella procedura di VIA che deve considerare oltre agli aspetti tecnici e scientifici anche la molteplicità di interessi e conflitti legati alla realizzazione dell’opera. E anche le linee guida della Regione Lombardia per l’individuazione da parte delle Province delle aree per il recupero e smaltimento dei rifiuti prevede fra le altre voci “una buona accettazione da parte dei cittadini”.
Inoltre la Regione può indire un’inchiesta pubblica a cui sono chiamati ad intervenire il Proponente dell’opera e gli Enti locali interessati e a cui può partecipare qualsiasi cittadino. Tutto questo deve avvenire però prima della conferenza di servizi.
Perché gli amministratori non ce l’hanno ancora detto?
Comunque la certezza che la discarica non si faccia non può essere garantita solo dalle istituzioni.
Noi vogliamo essere riconosciuti al pari degli altri interlocutori. Quindi noi vogliamo avere accesso diretto agli atti e partecipare alle riunioni in cui si decide il futuro dei cittadini e del territorio con un rappresentante di ‘Cittadini contro l’amianto’, e su questo chiediamo formalmente una risposta ufficiale in nome della trasparenza e del corretto rapporto fra cittadini e amministrazioni locali.
Nel caso in cui ci sia una VIA favorevole al progetto della discarica vogliamo e quindi dobbiamo essere messi in condizione di consultare e analizzare tutta la documentazione inerente, perché abbiamo già la disponibilità dei tecnici e dei legali di Medicina Democratica che ci stanno assistendo in questa fase di controllo.
Vorremmo anche avere la certezza che gli enti locali coinvolti siamo disponibili a ricorrere al TAR.

La partita non finisce qui, è appena cominciata. Adotteremo tutti i mezzi che vanno dalla mobilitazione dei cittadini ai mezzi legali per impedire che si realizzi questa ennesima aggressione al territorio. A questo proposito ricordiamo che settori dell’Avvocatura e della Magistratura, nei procedimenti sulle questioni relative all’amianto, sostengono che alcuni principi di responsabilità penale applicati contro i datori di lavoro (vedi l’indagine del magistrato Guariniello che ha rinviato a giudizio i titolari della ditta Eternit) potrebbero essere estesi anche agli amministratori locali.
Da qualche giorno per noi la discarica di amianto di Cappella Cantone non è più una questione locale o provinciale, ma è diventata un fatto nazionale.

Proseguiremo le nostre iniziative di informazione attraverso banchetti di propaganda a Cappella Cantone, Corte Madama, San Bassano ecc. dove inviteremo anche la popolazione a sottoscrivere una lettera di protesta da inviare agli amministratori regionali.

Abbiamo verificato e documentato che alcune attività sono già state intraprese nei pressi della zona individuata per la discarica (ammucchiamento di materiale inerte, costruzione di bretelle stradali che potrebbero essere funzionali al collegamento della discarica con la statale Paullese). A cosa serve esattamente lo sbancamento di terra in corso? Voremmo avere stasera una risposta anche su questo.

Come abbiamo ampiamento dimostrato motivi per mobilitarsi ce ne sono in quantità.
Questo è solo l’inizio e non ci fermeremo.
Ricordatevi che l’unica fibra di amianto innocua è quella che noi non respiriamo.

Dott. Mariella Megna
Cittadini contro l'amianto

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