La giunta Salini continua ad appoggiare il progetto di discarica di amianto di Cappella Cantone (è del 28 luglio scorso il parere favorevole al rilascio dell’AIA, l’autorizzazione integrata ambientale), nonostante che la stessa normativa regionale preveda che non si possono realizzare discariche dove non é garantita la tutela delle risorse idriche.
Ricordiamo che il 9 giugno scorso il TAR di Brescia ha annullato i provvedimenti tramite i quali la Regione Lombardia aveva autorizzato l’esercizio di una discarica di amianto a Brescia, in via Brocchi, per insufficienza dell’istruttoria posta in essere dalla Regione in relazione alla vulnerabilità geologica del sito.
Ricordiamo anche che il 30 settembre 2009 la giunta Salini ha espresso, giustamente, parere negativo al progetto di discarica di amianto a Cingia de’ Botti con queste motivazioni: presenza di acqua effimera superficiale, situazione viabilistica (strada statale Giuseppina) critica in termini di incidentalità, zona inserita nel piano faunistico e venatorio come zona di ripopolamento e cattura, presenza di aree circostanti individuate come DOP e IGP, previsione di costruzione di un insediamento industriale e di un circuito auto motociclistico.
Non si capisce come mai non abbia fatto altrettanto con il progetto di discarica di Cappella Cantone dove esistono condizioni oggettive ben più gravi di quelle rilevate nell’altra località.
Chiediamo quindi a Salini e al suo assessore all’ambiente Pinotti come mai hanno ritenuto di dover esprimere parere favorevole, sia per il rilascio della VIA (valutazione di impatto ambientale) che dell’AIA (autorizzazione integrata ambientale), per il progetto di discarica di amianto a Cappella Cantone dove vi é un’ instabilità idrogeologica ben più grave di quella paventata a Cingia de’ Botti e vi è anche la presenza di fontanili; dove la situazione viabilistica è parimenti critica (strada statale Paullese) e nelle vicinanze vi sono due stabilimenti agro-alimentari tra i più importanti in Italia e una discarica di rifiuti solidi urbani in fase di post chiusura.
Noi non siamo disposti a rinunciare al diritto individuale e collettivo della tutela della nostra salute. La realizzazione di questa discarica non è un’attività per il “bene comune”, è l’ennesimo risultato di una politica ambientale corrotta ed inefficace ed è ora di dire BASTA!
Mariella Megna – Cittadini contro l’amianto
Carmine Fioretti – Confederazione Unitaria di Base
Giorgio Riboldi – SU LA TESTA l’altra Lombardia
19 agosto 2010
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