Alcune domande alla ditta Locatelli e le "forzature normative" di Formigoni e della sua giunta. Cronaca di un disastro annunciato. Fermarli è ancora possibile. Firma anche tu la petizione al Parlamento europeo. I prossimi appuntamenti
Continua la nostra mobilitazione contro la discarica di amianto di Cappella Cantone. I prossimi appuntamenti sono a Cappella Cantone sabato 29 ottobre dalle ore 9.30 di fronte al municipio, a San Bassano domenica 30 ottobre dalle 9.30 in piazza del municipio, Soresina lunedì 31 ottobre dalle 9.30 in piazza Garibaldi davanti al caffè Sorini. Inviteremo la popolazione a firmare la petizione al Parlamento Europeo contro la discarica di amianto di Cappella Cantone e continueremo la nostra informazione sulla pericolosità delle discariche. NON e’ vero che non c’è più niente da fare, e lo dimostreremo!
E’ interessante ripercorrere i fatti e misfatti che hanno portato alla criminale decisione della Regione Lombardia di autorizzare la discarica. Tante sono state le scorrettezze, le manipolazioni e le forzature che non fanno altro che avallare quanto andiamo dicendo da anni: è impossibile che non siano state date alla ditta delle garanzie che il loro affare da decine di milioni di euro sarebbe andato in porto. D’altra parte lo stesso Locatelli lo ha confermato in conferenza stampa che aveva avuto degli abboccamenti. Chi sono i politici che hanno parlato con Locatelli e Cavenord? Ma un’altra domanda ancor più inquietante dovrebbe essere posta: come è possibile che le autorizzazioni ambientali debbano avere sempre "i politici" come interlocutori indispensabili e non i tecnici, gli esperti e gli scienziati, come dovrebbe accadere seguendo la legge e la logica?
Cronaca di un disastro annunciato. Fatti e misfatti della storia della discarica di amianto di Cappella Cantone (Cremona)
Antefatto
Nel novembre 2005 la ditta Seraco presenta in comune di Cappella Cantone la richiesta relativa alla discarica di amianto, ma l’Opera Pia Robbiani, proprietaria del terreno si oppone alla vendita
I14 giugno 2007 Cavenord, che intanto ha acquistato la Seraco, firma un contratto di acquisto con un privato per il terreno adiacente a quello della Fondazione Pia Robbiani per 2 milioni e mezzo di euro, circa sei volte il valore di mercato e il 21 agosto fa domanda alla Regione Lombardia per realizzare la discarica in località Cascina Retorto
La strana storia del piano rifiuti
Nell’ottobre 2007 il Piano rifiuti della provincia di Cremona viene inviato in Regione. Non prevede discariche di amianto ma impone un vincolo di 5 km tra impianti di discarica. La Regione impone la cancellazione di questo vincolo (può avere qualche attinenza che tra il progetto di discarica di amianto nella ex cava Retorto e la discarica chiusa di rifiuti solidi urbani di Corte Madama ci sono solo 500 metri di distanza?). Questo è un fatto curioso perché è la stessa normativa regionale che lo prescrive! Nelle linee guida che la Regione Lombardia dà alle Province per la predisposizione dei piani rifiuti, pubblicate sul BURL il 15 febbraio 2008, vi è l’indicazione di stabilire alcuni limiti da rispettare nella localizzazione di nuovi impianti a discarica, in particolare una distanza minima dagli impianti già in esercizio esauriti o da bonificare. Vi è anche una specifica circolare del 6 agosto 2007 di Raffaele Tiscar, direttore generale Reti e servizi pubblica utilità e sviluppo sostenibile della Regione Lombardia, in cui invita le Province a prevedere nei loro Piani distanze minime fra discariche, esaurite o da bonificare.
Le delibere mai scritte o scritte "ad hoc"
Nel settembre 2009 la commissione ambiente regionale approva i criteri da applicare nella localizzazione dei siti che dovranno ospitare le discariche per rifiuti speciali. Il limite minimo di profondità della falda é fissato a 5 metri . Ma la commissione é solo consultiva, l’assessore competente per l’autorizzazione della discarica ignora questi criteri e l’argomento non verrà neppure trattato dal consiglio regionale (eh già, la falda nell’ex cava Retorto è a 50 centimetri!).
Avevamo sperato che il progetto della discarica di amianto si fermasse perché vi erano delle incongruenze con il piano cave. Ma ecco che arriva una nuova delibera, n.1594 del 20/11/2011, con cui la Giunta regionale, di fatto, esautora la provincia sul piano cave, esercitando un atto di indirizzo verso quest’ultima su argomenti di competenza delle singole provincie. E’ stata approvata in corso d’opera, pensando di creare un nuovo quadro normativo senza più ostacoli per la realizzazione della discarica, anzi delle discariche, nelle ex-cave. Traducendo: per coprire atti esplicitamente fuori dalle norme, si approvano delibere per annullare la illegalità!
La ‘fantasia al potere’. Il caso dell’ARPA di Cremona
A metà novembre dell’anno scorso tutti noi, quelli contrari alla discarica di amianto di Cappella Cantone, avevamo cantato vittoria. Le misurazioni dell’altezza della falda acquifera fatte dall’ARPA di Cremona avevano stabilito che non venivano rispettati i famosi due metri di altezza fra il fondo della discarica e la falda per cui la Regione Lombardia aveva scritto a Cavenord che se non modificava il suo progetto entro dieci giorni questo sarebbe stato respinto. Evviva! Passano dieci giorni, passa un mese, due mesi. Tutto tace. Si scopre poi, PER CASO, solo perché un sindaco ha sollecitato la Regione, che sono state presentate in tempo utile (?) le modifiche, che queste consistono nell’aggiungere uno strato di m 1,40 di materiale isolante e che l’ARPA prosegue tranquillamente le misurazioni della falda "facendo finta" che esista questo strato aggiuntivo di terreno. Domanda alla giunta: perché non è stato subito reso noto che le modifiche erano state presentate? La normativa sulla trasparenza lo prevede.
Che esistano falde affioranti in quella zona lo sanno tutti senza scomodare i tecnici. Basta un semplice temporale per allagare l’ex cava Retorto e i torrenti e le rogge della zona facilmente esondano. Lo abbiamo documentato con foto più di una volta, nel settembre 2007 e nel febbraio 2009. Nel giugno 2010 si è verificato addirittura un ulteriore innalzamento della falda. Infatti dopo circa due mesi di forte siccità, in meno di sei ore di pioggia consecutiva l’area si è quasi completamente allagata. Ma per i tecnici dell’ARPA non è un problema, anzi per il dirigente dell’ARPA di Cremona che, guarda caso, è anche consigliere comunale di Cremona per il PdL, lo stesso partito di Formigoni, Rossoni ecc..
Il comportamento "schizofrenico" della giunta provinciale di Salini
Nel corso dei procedimenti per la VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) la giunta Salini esprime parere negativo al progetto di discarica di amianto di Cingia de’ Botti e positivo per quella di Cappella Cantone. Le sue motivazioni per respingere il progetto di Cingia de’ Botti: presenza di acqua effimera superficiale, situazione viabilistica (Strada statale Giuseppina) critica in termini di incidentalità, zona inserita nel piano faunistico e venatorio come zona di ripopolamento e cattura, presenza di aree circostanti individuate come DOP e IGP, sono in previsione due grandi progetti (un insediamento industriale e un circuito auto motociclistico).
Il sito di Cingia de Botti respinto e il sito di Cappella Cantone approvato dalla medesima giunta? Eppure a Cappella Cantone vi è un’ instabilità idrogeologica ben più grave di quella paventata a Cingia de’ Botti e vi è anche la presenza di fontanili; la situazione viabilistica è critica (strada statale Paullese), nelle vicinanze vi sono due stabilimenti agro-alimentari tra i più importanti in Italia, a 500 metri vi è una discarica di rifiuti solidi urbani in fase di post chiusura.
Da notare che il peso della giunta provinciale in un procedimento di autorizzazione ambientale è notevole e, difatti, la Regione respinge, giustamente, il progetto di Cingia de’ Botti e approva quello di Cappella Cantone.
Tadi, sindaco di Cappella Cantone, un uomo per tutte le stagioni.
Il sindaco Tadi, fino ad un certo punto, si è sempre dichiarato pubblicamente contro la discarica ma si è guardato bene, soprattutto prima delle scorse elezioni amministrative del giugno 2009, di rendere noto che già il 18 maggio 2009 aveva inviato agli uffici regionali della valutazione di impatto ambientale il suo parere tecnico non escludente con prescrizioni. E ancora: il comune di Cappella Cantone ha stipulato una convenzione con Cavenord nell’agosto 2009, molto prima che fossero rilasciate le autorizzazioni. Tadi sostiene che questo atto è stato firmato per il bene della sua comunità, peccato che non lo ha dichiarato subito, quando ancora gli altri sindaci lo ritenevano contro la discarica, ma solo quando il fatto è stato reso noto sulla stampa locale.
Molti sono i punti oscuri di questa vicenda che con il nostro esposto alla Magistratura e le nostre iniziative abbiamo cercato di chiarire. Sarà dura che la discarica si faccia!
Cittadini contro l'amianto della provincia di Cremona
Cremona, 26 ottobre 2011
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